Alcamo story |
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I Ad Alcamo, si dovette attendere la fine della grande guerra, anzi la metà degli anni venti per registrare le prime manifestazioni sportive. Ma non si trattò di niente di ufficiale, solo iniziative goliardiche caratterizzate dal più ingenuo ed entusiastico pionierismo. A promuoverle furono soprattutto gli studenti, che organizzarono così le prime gare di atletica e le prime partite di calcio. E per il calcio s’improvvisò anche un campo, alla Gebbia su un terreno di proprietà del farmacista Manno ( che convinto dalle proprietà "terapeutiche" dello sport fu ben contento di adibire una sua proprietà a rudimentale stadio del football). Animatore fu l’ingegnere Frescobaldi, temporaneamente ad Alcamo per la realizzazione della stazione ferroviaria. Fu un calcio goliardico, fatto di polvere e sudore, che non mancò comunque di creare i suoi personaggi, uno su tutti Mario Rubino, portiere, che ancora oggi viene ricordato per le sue acrobatiche parate, col suo maglione bianco, nel suo stile inconfondibile. Il regime fascista, frattanto, che nello sport vide la concretizzazione degli ideali classici di prestanza ed armonia fisica, nonché uno strumento di propaganda, attuò una politica di promozione ludico - motoria incentrata sul piacere del giocare a pallone. Così sempre più gente si avvicinò al calcio, che fra tutte le discipline fu quella che stimolò maggiormente i ragazzi che videro nella vicina Palermo una delle città più attive nella costruzione di una società. All’attività spontanea ed improvvisata si sostituì ben presto anche ad Alcamo, quindi, quella organizzata. Nacque la prima vera società di calcio: l’Unione Sportiva Alcamo. Ne fu Presidente Marco Rocca, uomo di grande entusiasmo per lo sport e dotato di notevoli risorse economiche. ... Ma il campo della Gebbia diventò ben presto insufficiente, per cui se ne creò uno nuovo, in piazza Umberto I, l’attuale piazza della Repubblica, in uno spazio adiacente il castello dei Conti di Modica (1928). Il campo venne inaugurato con una vittoria (1-0) sul Calatafimi. Questa fu la prima storica formazione degli alcamesi a scendere sul nuovo campo: Fundarò, Cassarà, Salato, Di Lorenzo, Fundarò II, Amodeo, Ferrara, Faraci, Dixit, Campo ed Amodeo II. Il match, insignificante sotto il profilo dell'importanza sportiva, assunse i connotati di un inizio di una nuova epoca. L’anno dopo, con Cutrera allenatore, si partecipò alla Coppa Arpinati, dal nome dell’allora presidente della Federcalcio, nonché fondatore del quotidiano sportivo "Il Litorale", poi Corriere dello Sport. La società si diede intanto da fare per organizzare strutture organizzative sempre più efficienti e nel giro di soli tre anni entrò nell’orbita nazionale, acquisendo i diritti a partecipare al campionato di PRIMA DIVISIONE (corrispondente alla serie C1 di oggi), nato dalla riforma dei campionati federali voluta da Pozzo (C.T. della Nazionale Italiana) e da Arpinati nel 1930. Avversarie dell’Alcamo furono squadre gloiriose e che tuttora militano in Serie A e B come il Savoia, la Salernitana, la Reggina, poi la Juventus Trapani, il Cosenza, la Palmese ed il Benevento. Per l’occasione, gli alcamesi si affidarono a giocatori di notevole talento come Fallai, Ialbo, Tosi, Sacco, Giorda, Troia, Reveland e Settineri: giocatori che, negli anni successivi, calcarono anche i campi più prestigiosi d'Italia. Quella squadra giocò un calcio spettacolare e suscitò molto entusiasmo fra la gente comune. Entusiasmo che purtroppo fu destinato a scemare di lì a qualche anno. Infatti difficoltà economiche (si parlò allora di un impegno personale del presidente Rocca di circa 50.000 lire) costrinsero l’U.S. Alcamo ha ridimensionare la propria attività, fino allo scoppio della II guerra mondiale.
Dopo
la parentesi bellica, in pieno clima di restaurazione, si tenta di
riorganizzare la società e ricostruire la squadra. Intanto il campo
di piazza Umberto, trasformato, in arena,
è inutilizzabile. L’esigenza di un nuovo stadio porta alla
realizzazione del "Maroso", nato fra l’altro dalle
macerie di un cimitero salesiano, intitolato col nome di un famoso
giocatore del grande Torino vittima della tragedia di Superga,
dove persero la vita tutti i componenti
della squadra granata. La società però stenta a darsi una solidità
economica, tant’è che viene
esclusa dal campionato di Prima Divisione del ’49 per non avere
provveduto in tempo al versamento della quota d’iscrizione, e così,
ci si deve accontentare di partecipare alla Seconda Divisione, cui
aderisce anche un’altra società alcamese
la S.S. Fiamma, società distintasi nei due anni precedenti a
livello di campionati juniores. Altre
partecipanti sono il Marsala B, la Juventus
Trapani, il Salemi, la Folgore Castelvetrano,
la Trinacria Marsala, ed il Mazara.
Tra i giocatori più rappresentativi di
quel periodo ricordiamo Di Falco, Gugliermini,
Pitrè, Li Volsi, Cammarata
e Marchese. A Saverio Rocca, che ha presieduto
la società nell’immediato dopoguerra e successo Giuseppe Palazzolo
(Con Mariano Salato direttore sportivo). Seguiranno
(siamo nei primi anni ’50) le gestioni di Angelo
Mistretta e di Carlo Serra. Ma le
difficoltà economiche si acuiranno, e così dopo un quarto di secolo
l’U.S. Alcamo cessa la propria
attività. Per
il calcio sono tempi grami. E non solo ad
Alcamo. Tra gli interessi degli italiani
e il ciclismo grazie ai suoi eponomi,
Coppi e Bartali, a godere
dello spazio maggiore. Questa
realtà si riscontra, sia pure in misura minore anche qui, ed
infatti il ciclismo alcamese
esprime la sua prima società: è il 5 maggio 1949, su iniziativa
del giornalista Cesare Bucciante, nasce
la Pedale Rinascita con Mariano Salato (un nome che torna spesso
sulle pagine dello sport alcamese)
presidente e Franco Dixit segretario. L’attività si articolerà lungo quattro stagioni, trovando in Leonardo Bonì ed Ignazio Blunda le sue espressioni migliori. Lo stesso Salato crea nel ’55 una nuova società: la Libertas, che terrà in attività fino al ’59. E a partire proprio dal ’55, per una decina di anni, le figure di primo piano saranno Longo e Filippo Salato, figlio di Mariano, campione regionale esordienti (a Messina) e terzo ai campionati italiani di categoria a Biella. Dopo di loro il ciclismo alcamese vivrà un lungo periodo di stanca. Gli
anni sessanta Riapriamo
il capitolo calcio. Un anno fondamentale è il 1957. L’ambiente
sportivo è in fermento, perché si vuole colmare il vuoto
lasciato dalla U.S. Alcamo
e per iniziativa di un gruppo di calciofili
(Cutino, Rocca, Cudia,
Guarrasi, Lombardo, Dixit
e Lo Monaco) si costituisce l’ASSOCIAZIONE CALCIO ALCAMO, dove
viene eletto presidente l’avvocato Gaetano Bonì
con Natale Cudia segretario. Si
partecipa al campionato di Seconda Categoria sotto la guida
tecnica di Bonanno e Feotto. Appena un
anno, e con Badii allenatore si vince
il primo campionato. Intanto la vivacità organizzativa registrata
in quel periodo si concretizza nella
fondazione della JUVENTINA ALCAMO, una società che ruota attorno
ad Onofrio Cilluffo, la figura più
emblematica tra i dirigenti del calcio alcamese
di ogni tempo. Dopo la promozione, l’Alcamo
è affidato a Gino Colaussi,
triestino, ex ala sinistra della Nazionale
campione del mondo 1938. La scelta dell’amministrazione Bonì
è indovinatissima: Colaussi
riesce a sprovincializzare
l’ambiente, suscita entusiasmi e soprattutto ottiene la
promozione in SERIE D al secondo tentativo (’60 - ’61), sotto
la presidenza di Vincenzo Rocca. La prima esperienza in D è pero tutt’altro
che felice, infatti alla fine del
campionato, durante il quale Colaussi
viene esonerato dal nuovo presidente Giorlando, si retrocede ... Inizia
così un periodo caratterizzato da una notevole instabilità
societaria: in cinque anni dal ’62 al ’67 cinque diverse
gestioni, due delle quali di tipo commissariale, con il Dott.
Gino Milana. Di questo quinquennio va comunque
ricordato il campionato ‘63-’64 in cui l’Alcamo
(con Alesi presidente ed Antolini
allenatore) sfiora la sua seconda promozione in quarta serie,
infatti dopo avere vinto il primo spareggio con il Cantiere Navale
di Palermo perde quello decisivo con la Massiminiana
Catania. In
D si torna invece, ma d’ufficio in virtù della ristrutturazione
dei campionati federali del 1967. Alla
presidenza è l’ingegnere Impellizzeri,
in panchina ancora Colaussi. Soddisfacente
la prima stagione, nonostante le circostanze determinate dal sisma
costringano l’Alcamo a fare a meno
dello stadio "Maroso", divenuto una tendopoli.
Deludente invece la seconda, conclusasi
con la retrocessione. In
Promozione si resterà per sei campionati, cioè
fino al 1975. Ma al di là di queste
alterne vicende, la fine degli anni sessanta è legata alla
fioritura di numerosi talenti locali fra i quali vanno certamente
citati Paolo Mangiapane, Castrenze e Giovanni Vaccaro,
Sergio Stellino, Messina ed Adamo. I primi tre caratterizzeranno
il calcio alcamese per tutto il
decennio successivo diventandone i personaggi più carismatici. Il
boom degli anni settanta Nel
panorama dello sport alcamese, altre
discipline si creano via via il loro
spazio. È il caso del basket, che trova sempre più consensi,
specie negli ambienti studenteschi. A rappresentare i colori alcamesi
a livello provinciale fino a quello nazionale dopo la Di
Gregorio negli anni sessanta, sono l’Olimpia, la Don Bosco, e
l’Alcamo femminile (fondata dal professore
Lino Scalzo). Nel
’73, al vertice dell’ A.C.
Alcamo sale il prof. Giuseppe Lauria,
e in panchina siede Natale Casisa.
La nuova gestione manca di un soffio la
promozione in serie D, perdendo lo spareggio a Barcellona, nel
maggio ’74, col Terranova Gela. Ma
bisognerà attendere solo un anno. Il ritorno tra i
semiprofessionisti diventa realtà l’anno dopo, al termine di
un campionato condotto con grande autorevolezza
e pieno di record (basti citare quello delle 18 vittorie
consecutive, tuttora imbattuto). Questi gli undici artefici del
trionfo: Ferro, Giovanni Vaccaro, Lo
Porto, Ingrasciotta, Cintura, Sposito,
Falce, Enzo Vaccaro, Catalano, Lo
Manto e Billeci. 1975: rieccoci,
dunque, in serie D. Guidata ancora da Natale Casisa
l’Alcamo da matricola terribile,
diventa in pochi mesi la squadra leader del campionato. Per
una dialettica misteriosa, antagonista dei bianconeri è ancora
il Terranova Gela, sul quale però dopo due anni l'Alcamo
può prendersi una bella rivincita. Il campionato è
tiratissimo, la promozione in serie
C, avviene allo sprint, decisiva si rivela la vittoria a
Ragusa, proprio all’ultima giornata. È il 30 maggio 1976,
l’Alcamo è promosso in SERIE C,
è uno dei momenti più grandi della storia calcistica
bianconera. Questi una delle formazioni - tipo artefice del
successo: Ferro, Todaro, Lo
Porto, Cintura, Di Benedetto, Sposito,
Falce, Garofalo, Vaccaro
C., Lo Manto e Billeci. Anche
la JUVENTINA ALCAMO di Cilluffo,
frattanto, compie il suo salto di categoria (ottenendo la
"promozione" in PROMOZIONE), mentre le altre società alcamesi
(AUXILIUM, JUVE GEMINI, JUVENTUS, DON BOSCO e BONIFATO) si danno
un gran da fare nei campionati di Seconda e Terza Categoria. In
serie C, l’Alcamo parte male.
Silurato dopo otto giornate Casisa
(arrivederci e grazie), Lauria
chiama Lombardo e Carlo Matteucci.
La squadra incomincia a giocare alla grande, scala diverse
posizioni in classifica, ottenendo anche degli imprevisti
exploit, come il doppio successo con il Bari e la vittoria con il
Crotone. Il tutto, però, alla fine, sfortunatamente
rivelerà puramente accademico, infatti
si pagherà il brutto avvio con una amara retrocessione per
differenza reti. Stagione
‘77-’78. La riforma dei campionati, con lo sdoppiamento
della serie C in C1 e C2, da all’Alcamo
una comoda promozione, per la quale è sufficiente il quarto
posto conquistato in serie D. Per la C2 è
richiamato Carlo Matteucci, ha
inizio l’ultimo triennio della presidenza Lauria.
È inizia bene, con una formazione di ottima
fattura che sfiora la promozione in serie C1, piazzandosi terza
alle spalle delle promosse Rende e Siracusa. Nello stesso anno
va ricordata Maria Concetta Torregrossa,
figlia del professore Giovanni
tecnico di calcio ed atletica, che batte il record regionale
degli 800 metri per la categoria allieve. Tornando al calcio ed
all’Alcamo, nei due campionati
successivi la società ridimensiona i propri programmi: unico obbiettivo
diventa la permanenza in C-2. La si
ottiene in entrambi i casi, con qualche patema, ma sempre con
dignità. Gli anni successivi ‘81-’82 (13° posto),
‘82-’83 (14° posto), ‘83-’84 (14° posto), vedono il
declino dei bianconeri che retrocedono nell’Interregionale
nella stagione ‘84-’85, in Promozione nel ‘85-’86, e in
Prima Categoria nella stagione successiva (1986-87), un triplice
salto all’indietro, causato da problemi economici, che non può
che lasciare sbigottiti ed amareggiati tutti i tifosi alcamesi. Da
notare unico elemento positivo la realizzazione, nella seconda
metà degli anni Ottanta, del nuovo stadio Gli
anni novanta A
far rinascere il calcio alcamese ci pensano
due giovani presidenti Giuseppe Balì e Giuseppe Tagliavia,
coadiuvati da ottimi dirigenti come Dara,
Galante e Rocca, che portano l’Alcamo
in PROMOZIONE nella stagione ‘89-’90, dopo un bellissimo
campionato. Quella non fu una vittoria, ma un autentico trionfo.
L’Alcamo trionfò con sette punti
di vantaggio sul Terrasini di De Petrillo,
ottenne 50 punti sui sessanta disponibili, 66 reti segnate con
una media superiore ai due gol a partita, 21 vittorie su trenta
gare, una sola sconfitta e il record d’imbattibilità
stabilito: 24 gare senza sconfitte. Queste le cifre di quel
trionfo e questa una delle formazioni
schierate dal mister Buffa, in quella magnifica annata: Dara,
Lombardo, Coraci, Greco, Chinnici,
Segesta, Blunda
Nicola, Vesco Maurizio, Procida, Volpes
e Maniaci. Nella
successiva stagione, nel campionato di Promozione, i bianconeri
ottengono un brillante ottavo posto finale. Ovidio
Perra, conosciutissimo
costruttore alcamese, rileva la
società nell’estate 1990, e tenta il passaggio
nell’Interregionale, che gli sfugge per poco, infatti
i bianconeri guidati da Mario Possamai,
vincono il loro girone, dopo una lunga battaglia col Bagheria,
ma purtroppo perdono lo spareggio ad Agrigento, col Sant’Agata
(vincitrice dell’altro girone) per 2-0. Tra i giocatori più
rappresentativi giova ricordare Milella,
Brugnano, Pinto,
Mattiolo, Adragna
e Capizzi, giusto per fare qualche
nome. Nei due anni successivi, l’Alcamo,
disputa due buoni campionati nell’ECCELLENZA, ottenendo un
quinto (‘91-’92) e un terzo posto nel ‘92-’93. In
questi tre anni i bianconeri lasciano il vecchi stadio
"Maroso" (ribattezzato poi Don Rizzo) per giocare nel
nuovo stadio "Lelio Catella" (intitolato col nome
dello sfortunatissimo giocatore alcamese
scomparso). Gli
anni ottanta-novanta sono
caratterizzati dal boom del basket locale, prima maschile e poi
femminile. Alla fine degli anni ottanta entusiasma il derby di
serie D maschile fra la "vecchia" Olimpia
(fondata nel ’73) e la "nuova" Virtus,
società fondata alle soglie degli anni ottanta da un gruppo di
giovani appassionati cestisti, fra i quali Ennio Piccolo, Manlio
Vesco, Ferrara, Fundarò
ed Attilio Stellino (attuale presidente). Entrambe le società
disputano campionati di altissimo
livello in serie D, fra i quali spiccano i seguenti giocatori:
Gianluca Di Franco, Dario Piccolo, Alessio
Lanzarone, Francesco Messana,
Pietro Messana, Manlio Fundarò,
Francesco Vesco, Olivieri, Crisci
e Riparia. Ma
da lì a poco queste due squadre andranno a vivacchiare
nell’anonimato campionato di Promozione, che comprende anche
altre squadre alcamesi come il DON
BOSCO, BELVERDE e Pallacanestro ALCAMO. Col
basket femminile, invece, si ha la rinascita dello sport alcamese,
prima il BASKET ALCAMO (Fiat Ferrara) e poi la
neonata SPORT CLUB ALCAMO (Sicilgesso)
calamitano gli interessi degli sportivi alcamesi,
delusi dal calcio. E per il basket viene
costruito un piccolo palazzetto in
contrada TRE SANTI, che sostituisce quello di via Verga divenuto
insufficiente. La SICILGESSO, sotto la guida di Vito Pollari
addirittura, dopo due campionati di serie C, e due di serie B,
compie il grande salto conquistando
la SERIE A-2, dove nella stagione ‘92-’93 ci rimane
ottenendo un gratificante quinto posto finale, fallendo d’un
soffio i play - off promozione. La
ILG
ALCAMO (Basket Alcamo), invece,
sotto la guida del prof. Lino Scalzo, disputa bellissimi
campionati in serie B, fallendo ogni anno la promozione in serie
A-2 d’un soffio. Tra le giocatrici che si mettono
più in evidenza in questo periodo ricordiamo Magaddino,
Garuccio, Adamo, Cristina Montalto,
Deborah Liotti, Danika
Ferrara, Maria Grazia Raspanti, Maria
Grazia Lauria, Noris Longhi
e Gisella Accurso. Tutte ovviamente tesserate sia dalla Sicilgesso,
sia dalla ILG Alcamo. In
questi anni bisogna pure dire, che sport come Tennis, Ciclismo,
Automobilismo, Badminton, e
Calcetto, hanno prodotto i loro bravi
campioni. Per esempio nel tennis si mettono in luce Isidoro Dia,
Pierangelo Pirrello, Maurizio Vesco,
Francesco Blunda, ma soprattutto
Giovanni Marchese, che ha scalato i vertici regionali e
nazionali. In campo femminile vanno segnalate le
giovanissime Adriana Ruisi, Maria
Bina Alesi, Franca Lamia ed Assunta Calvaruso.
Nel ciclismo i primi attori sono Dara,
Longo e Paolo Piccolo.
Nell’automobilismo ai vertici regionali e nazionali troviamo
Antonello Cassarà, Salvatore
Spinelli e Pierluigi Trupiano, il
quale partecipa al motor-show di Bologna. Mentre nel calcetto
emergono su tutti Claudio Stellino,
Sergio Vesco, Damiano Galbo,
Mario Lo Presti e Giuseppe Milito sicuramente il più bravo, e
quello che maggiormente entusiasma la gente. Siamo nel 1994: un
anno entusiasmante e storico per lo
sport alcamese, infatti, arrivano
successi da tutti gli sport e soprattutto ben otto formazioni
fanno il loro salto di categoria nelle loro rispettive
discipline. Nel
calcio l’ALCAMO grazie ad una stagione condotta con grande
autorevolezza sia in campionato (ECCELLENZA - girone B),
dove ottiene un gratificante secondo posto alle spalle del Canicattì,
sia in COPPA ITALIA DILETTANTI (riservata alle squadre
dell’ECCELLENZA), dove raggiunge la finalissima nazionale,
purtroppo perduta col Civitavecchia,
ma grazie a ciò la società alcamese
otterrà la promozione nel campionato nazionale dilettanti. Va
anche ricordato che i bianconeri hanno vinto la Coppa Italia
regionale, battendo nella finalissima regionale di Caltanissetta,
giovedì 24 marzo 1994, il Taormina
per 2-0 con reti di Coraci e
Castellano. Questa una delle formazioni - tipo protagonista
della promozione: Messina, Lombardo, Coraci,
Bambina, Napoli, Scurto, Fascella,
Adragna, Impastato, Castellano e
Bono, con in panchina il tecnico
Paolo Mangiapane. Nel
basket femminile, ben tre ben tre formazioni fanno il loro salto
di categoria, la Sicilgesso, dopo
appena sette anni d’attività agonistica centra la sua quarta
promozione acquisendo il diritto a disputare la Serie A-1,
ovvero la massima serie nazionale, la ILG
Alcamo raggiunge facilmente la
promozione in Serie A-2, un giusto premio per il professore
Scalzo per i suoi venticinque anni d’attività alla guida del
Basket Alcamo, mentre la Belverde
è promossa in serie B. Le ragazze della Sicilgesso
dopo un inizio stentato (solo una vittoria con Foggia e quattro
sconfitte con GSM Messina, Benevento, San Raffaele e Verga
Palermo) alla sesta giornata hanno cominciato a trovare il
bandolo della matassa, grazie ad un progressivo e graduale
miglioramento della forma fisica e grazie soprattutto
all’intesa raggiunta tra le "nuove" ed il
"nucleo" storico, nonché
al recupero delle numerose infortunate. Così
dopo le vittorie casalinghe contro la COR
Roma e contro l’altra laziale Ostia, in territorio laziale e
precisamente ad Anagni, il quintetto
alcamese ha messo sul "tavolo
da gioco" le proprie carte, andando a vincere sul parquet
di una delle favoritissime ai primi
posti in classifica: l’Anagni. La
vittoria è stata sofferta ma meritata, in pratica la gara la
si poteva vincere solo e soprattutto in difesa, e così
è stato: aggressività, lavoro di gruppo, determinazione ed
impegno (grande il lavoro della Urlando) hanno permesso alle alcamesi
di bloccare le avversarie consentendo loro di realizzare solo 65
punti. Velocità frammista e sagacia
tattica, invece, la principale caratteristica del gioco
d’attacco, che è riuscito a produrre 75 punti, soprattutto
grazie a Federica Piccinnini e
Claudia Barzaghi. Anagni
65 - Sicilgesso 75: questo
il risultato finale di un incontro in cui tutti, coach
ed atlete hanno fatto la loro parte meritandosi gli applausi
finale dello sportivissimo pubblico laziale. Seguiranno altre
sette vittorie consecutive. Serie interrotta dal Gragnano
alle tredicesima giornata. Le ragazze
di Pollari si rifaranno con ben
quattro successi di fila, il quale il più bello e sicuramente
il più aspettato sarà quello di domenica 6 febbraio, nel derby
con le palermitane del Verga. Questa
vittoria ha una storia tutta a sé. 31 ottobre 1993, quinta di
andata, le alcamesi scendono
al Paladonbosco di Palermo con tre
sconfitte sulle spalle e pur giocando una bella partita (viziata
anche da qualche errore arbitrale) trovano il quarto stop. 6
febbraio 1994, la scena si ribalta. Il Verga
scende al "Tre Santi" dopo quattro sconfitte
consecutive e, pur giocando bene perde il derby. Dunque vendetta
è fatta, e la Sicilgesso batte il
Verga Palermo con un perentorio 70-59, cancellando la
sconfitta dell’andata, grazie soprattutto ad una grande e
stratosferica Claudia Barzaghi,
autrice di ben 20 punti, top score della serata. E dire che il
Verga è partito forte portandosi in vantaggio per 10 a
5. Poi le ragazze di Pollari superato
l’impasse iniziale, cominciano a giocare, rimontano,
pareggiano e passano a condurre, concludendo il primo tempo per
30 a 26. Nella ripresa le palermitane reagiscono, recuperano e
viaggiano appaiate alle alcamesi
fino a metà tempo, quando sul 41-41 con un break di 11-0 le biancoazzurre
alcamesi chiudono in pratica
l’incontro. Un break targato Claudia Barzaghi,
capace di segnare dalla lunga distanza, da sotto canestro, dalla
lunetta, insomma con tutto quello che un manuale del basket
prescrive. Un’altra vittoria importante per la
promozione risulterà quella con
l’Ostia Mare. Al "Regina Pacis"
di Ostia, le alcamesi
danno invidiabile solidità con una difesa mobile ed aggressiva
ed un dominio incontrastato sotto i tabelloni, grazie alle
lunghe Collini ed Urlando, e poi
alla solita Claudia Barzaghi ha
sempre tenuto il campo con autorità, senza mai farsi
raggiungere dall’Artemisia. I 16 punti di vantaggio del primo
tempo (36-20) ed i 23 alla fine dell’incontro (80-57)
dimostrano che il match non ha avuto storia. Sette giorni dopo un’altro
big-match attenderà la Sicilgesso:
quello con l’Anagni. Le laziali
scendono nel pienissimo (1500 spettatori) parquet alcamese,
per vendicare la cocente sconfitta dell’andata. Nello sport,
come del resto nella vita, si sa non si possono fare i conti
senza l’oste e nella fattispecie era doveroso confrontarsi con
la grande voglia di vincere delle
cestiste biancoazzurre, così invece
non è stato e le laziali hanno cominciato l’incontro
frastornate, sorprese, dando ampi segnali di sbandamento. Più
che per demeriti delle ciociare, comunque,
ma soprattutto per la grande forza d’urto e la concentrazione
della Sicilgesso, in men
che non si dica le alcamesi
mettevano sotto le avversarie, che perdevano il confronto su
diversi campi: a rimbalzo spadroneggiava Antonella Collini,
in contropiede volavano Magaddino e Barzaghi,
in penetrazione da sotto imperversava Cleide
Urlando. I giochi sembravano fatti quando al termine della prima
frazione di gara le alcamesi
accumulavano 18 punti di vantaggio. In avvio di ripresa però,
arrivava il black - out delle alcamesi,
è ciò permetteva alle ciociare
di recuperare punto a punto dando l’impressione di potere
annullare il pesantissimo handicap accusato al termine del primo
tempo. Gli ultimi minuti si facevano emozionanti e per fortuna
che prima Liotti e poi Barzaghi
indovinavano due "bombe" da tre chiudendo
definitivamente l’incontro sul 67 a 65 per la Sicilgesso.
Il 20 marzo 1994 la Sicilgesso
battendo il Barialto conquistava la
promozione in SERIE A-1, dopo un anno di sacrifici e di
successi, scrivendo una bellissima pagina nello sport alcamese. Tornando
alla storia, anche il basket maschile nel 1994 regalerà tre
promozioni alla città: Virtus Sisley
Alcamo, cara a Salvatore Perricone,
approda in serie C-2, mentre l’Olimpia e la Don Bosco, invece,
fanno il loro ritorno in serie D. Per completezza di cronaca va
detto che l’automobilismo ha regalato altrettanti successi ai
colori alcamesi, infatti, il pilota alcamese
Pierluigi Trupiano a bordo della sua
clio Renault
si è laureato Campione Provinciale assoluto, oltre a cogliere
un buon ottavo posto nella classifica finale nella competizione
nazionale rallistica della Coppa Renault. 1995:
Sicilgesso nei play-off
"scudetto" Nel
calcio si parte male. Dopo nove giornate i punti erano soltanto
tre ed il futuro non lasciava presagire nulla di buono. Una
classifica misera ed una squadra quasi allo
deriva, l’Alcamo sembrava
spacciato, esiliato all’ultimo posto in classifica del girone
G dei DILETTANTI in compagnia del Bagheria.
Tre punti raggranellati con fatica ad altrettanti pareggi e ben sei
sconfitte. Nove
giornate in grigio, poi la svolta: la società esonera mister
Borsellino e lo sostituisce con Giovanni Pecoraro,
nel ruolo di giocatore - allenatore. Col nuovo allenatore la
squadra prende fiducia nei propri mezzi, mostrando anche di
sapere giocare bene. La decima giornata coincide con l’inizio
della riscossa grazie al successo casalingo con il Latina. Una
vittoria scaccia crisi, seguita da un’altra vittoria
casalinga, con il Ceccano. Così ha
inizio il cammino che porterà la squadra bianconera ad una dignitosissima
salvezza. Per la cronaca alla fine del campionato l’Alcamo
si ritroverà con 10 vittorie, 13 pareggi e 11 sconfitte, che
portano la squadra alcamese a
conquistare un gratificante sesto posto finale con 33 punti. Ma
è ancora una volta il basket femminile a capitalizzare
l’interesse dei tifosi alcamesi,
ed in particolare la SICILGESSO, impegnata nel massimo
campionato cestistico femminile:
Serie A/1 - "Poule A". Le ragazze di Pollari
riescono addirittura nella storica impresa di centrare i
play-off scudetto ed ottenere un bellissimo e storico ottavo
posto finale, trascinate dalla americana
Cinthya Cooper
(miglior marcatrice del campionato con 820 punti). Non va
neanche dimenticato che la Sicilgesso
è stata capace di ottenere alcuni exploit come le vittorie a
Vicenza, a Cesena, ed in casa nel derby contro il Priolo.
Anche la ILG BASKET ALCAMO, impegnata
nel campionato di Serie A-2, acquisisce i play-off Promozione,
fallendo l’obbiettivo proprio all’ultima giornata. Negli
altri sport buone performance delle squadre alcamesi,
ad eccezione dei team di Pallavolo e Badminton,
dove le rispettive squadre Polisportiva Nova e Polisportiva
Valle del Lupo retrocedono, la prima in Serie D e la seconda in
Serie B. L’Alcamo
vince la Coppa Italia Dilettanti Diciassette
aprile 1996,
è forse il giorno più bello è più importante della storia
calcistica alcamese, l’Alcamo
conquista la COPPA ITALIA DILETTANTI. Un
trionfo quasi annunciato quello della squadra alcamese
dopo lo 0-0 in terra pugliese a Nardò.
Stavolta sul terreno sabbioso del "Lelio Catella", la
squadra di Giovanni Pecoraro s’è
beata del sostegno del pubblico amico e dell’abitudine
nell’affondare i tacchetti, il Nardò
ha sofferto le pene dell’inferno per restare in equilibrio e
quando è stata colpita ha reagito come un animale ferito, con
rabbia ma senza costrutto. Ma era destino che la coppa prendesse
il volo per brillare sopra Alcamo. Ma
partiamo dall’inizio. I tifosi festeggiano con mortaretti,
fiori e foto ricordo, e c’è perfino chi "polemizza"
ed infatti uno striscione in
gradinata recitava: "Per noi sportivi oggi è una festa,
per voi amministratori invece è una vergogna..." forse
riferendosi alle promesse mancate della giunta Ferrara. Ore
16, gli uomini di Pecoraro partono
a razzo, pressing a tutto campo, foga agonistica, insomma il Nardò
è frastornato. La partita scivola via senza patemi
d’animo eccessivi, quando al 32’ arriva la svolta,
l’attaccante alcamese Fascella
entra in area e s’impappina, il terzino pugliese Drivio
lo tocca e la punta alcamese
cade in terra: è rigore. Proteste, ammonizioni, Giovanni Pecoraro
calcia ed è gol: la coppa è più vicina. Il Nardò
si riorganizza, mette l’Alcamo in
difficoltà e soprattutto sfiora il pareggio in più occasioni
mettendo i brividi ai tifosi alcamesi
che fremono, come ad esempio quando Marazza
scheggia la traversa, ma fortunatamente è solo il canto del
cigno, perché dopo Castellano raddoppia e negli
ultimi minuti Giovanni Pecoraro
ed Alberto Regina portano a quattro
i gol del trionfo bianconero. Il risultato finale è Alcamo
- Nardò 4-0, è il tripudio finale,
la Coppa Viene issata al cielo, il
rituale giro di campo, la folla (6000 spettatori) del
"Catella" in piedi che scroscia applausi. Sembra
proprio una favola... anche perché poi l’Alcamo
conquisterà la SUPERCOPPA DILETTANTI,
completando una magnifica stagione. Vale
la pena ricordare i 14 protagonisti di quell’impresa,
ovvero Di Giuseppe, Arancio, Coraci,
Pecoraro Luigi, Derna, Regina, Fascella,
Scurto, Lo
Bue, Pecoraro Giovanni, Castellano, Agliuzza,
Lo Piccolo, Mangiapane ed infine Spadaro. Oltre
al calcio comunque il 1996 va
ricordato anche per le gesta delle squadre cestistiche,
e dal basket arriva la promozione della VIRTUS SICILGESSO ALCAMO
in serie C-1 maschile. Momenti entusiasmanti invece li regala Lo
SPORT CLUB DON RIZZO ALCAMO (ex Sicilgesso),
impegnata nel campionato di Serie A-1 femminile, dove raggiunge
il 6° posto finale, e nella competizione europea dove compie un
autentico miracolo raggiungendo la finalissima della COPPA
RONCHETTI. 1997:
compie 10 anni la Scuola Calcio Adelkam Alla
fine degli anni ottanta ed agli inizi degli anni novanta, ad Alcamo
è in fermento anche lo sport a livello giovanile, è senza
dubbio l’artefice è la Scuola Calcio Adelkam,
nata in seguito all’unione in una unica
società delle gloriose scuole calcistiche giovanili alcamesi,
ovvero, Gemini Alcamo, CAGC Alcamo,
e Scuola Calcistica Alcamese. La
scuola regolarmente iscritta alla Federazione Italiana Gioco
Calcio, in un decennio d’attività, ha promosso e realizzato
un’intensa attività promozionale ed agonistica a livello
provinciale, regionale, nazionale ed anche internazionale,
realizzando e partecipando a circa 4-5 tornei all’anno
(con numerose vittorie riportate) in Italia ed all’estero, tra
cui giova ricordare "Città di Pula" (Cagliari),
"Sliema Wandereres"
(a Malta), "Trofeo Internazionale Città di Crotone",
"Città di Atri" (Teramo), "Katowice"
(Polonia), Sabadell (Spagna) e
l’importantissimo "TROFEO COSTA GAIA", giunto alla
sua decima edizione, che ha visto il debutto di numerosi
mini-calciatori, italiani e stranieri, e fra tutti alcuni sono
anche diventati importanti come Morfeo, Locatelli,
Apolloni ed Inzaghi.
Un torneo che si svolge nel hinterland
alcamese e che trova sempre più
ampi consensi all’interno della penisola e che è ben
conosciuto anche all’estero, infatti, basti pensare che ogni
anno i giovanissimi calciatori ospiti della Città di Alcamo
e dei comuni limitrofe sono circa 1500 in rappresentanza di
oltre 100 squadre, partecipanti al torneo e tra loro gli amici
stranieri di Malta, Spagna, Ungheria ed Albania. Il
1997 è comunque un anno da
cancellare nella storia sportiva alcamese
in quanto si registrano due amare retrocessioni, una riguarda
l’Alcamo calcio che dopo tre anni
di Dilettanti ritorna nel torneo d’Eccellenza, e l’altra
riguarda lo Sport Club Alcamo (ex
Don Rizzo) , che dopo le belle imprese fatte subisce l’onta
della retrocessione dalla Serie A-1 alla Serie A-2
d’eccellenza, ma che le ristrutturazioni dei campionati
femminili di basket riporteranno in Serie A-1. Gli anni futuri
ovvero il biennio 98-99 riserverà ancora magre soddisfazioni,
sia nel basket sia nel calcio, comunque
vanno sottolineati due splendidi campionati dell’Alcamo
calcio che sfiorerà per ben due volte il ritorno nei
Dilettanti, per il resto solo onesti campionati delle squadre cestistiche… Siamo
nel 2000 e l'Alcamo tanto per non
smentirsi sfiora ancora una volta la promozione in Serie D,
centrando per il terzo anno di fila il terzo posto in classifica
nel girone A del campionato di Eccellenza,
con una squadra giovanissima ma di ottima fattura, ma la buona
notizia arriva dalla squadra parrocchiale dell'Auxilium
che vince alla grande il suo campionato di terza categoria ed è
promossa in II Categoria. Nel basket retrocedono tutte le nostre
maggiori squadre sia maschili che femminili ...un
annata veramente da dimenticare... La Polisportiva Club Alcamo,
che militava nel massimo campionato di basket femminile, è
retrocessa in serie A2 dopo sei anni di militanza in serie A1.
La stagione era cominciata piuttosto bene, con 2 vittorie contro
Alessandria e Vicenza. Dopo
però solo problemi e sconfitte culminate con la retrocessione,
nonostante la società abbia chiamato il coach
Ranuzzi. La
ILG di Lino Scalzo ha disputato un campionato deludente
chiuso al penultimo posto e dunque con la retrocessione in serie
B. Ma l'anno prossimo la squadra alcamese
disputerà ancora la serie A2 avendo ottenuto il ripescaggio
dopo la rinuncia del Bari a disputare il campionato A2 donne. Si
è concluso con la retrocessione
anche il campionato della Virtus in
serie C1 maschile di basket, mentre vanno segnalate le
affermazioni in campo giovanile della stessa Virtus
Alcamo laureatasi campione regionale
in diverse categorie: Cadetti, Allievi e Ragazzi. Mentre in
campo femminile vittoria delle ragazze della
Polisportiva Club Alcamo nel
campionato regionale allieve. 2000:
anni dei riscatti non proprio positivi… Gli
anni del 2000 dovrebbero essere stati quelli
del rilancio per lo sport alcamese,
ma purtroppo non è così. Nel basket dopo si assiste ad uno dei
momenti più brutti: lo Sport Club Alcamo
retrocede dalla serie A2 alla B d’eccellenza e come se non
bastasse scompare dal panorama cestistico.
Si assiste però alla formazione di una nuova squadra, destinata
a prendere il posto dell’ormai ex Sport Club e a riportare Alcamo
in serie A1 femminile, questa nuova realtà si chiama Team del
Golfo Alcamo sponsorizzata nel
campionato di B d’eccellenza dalla Coas
officine. Nel
calcio l’Alcamo
è sempre impelagato nel campionato di eccellenza
e nonostante sia arrivato per l’ennesima volta ai play-off
non riesce a superare l’ultimo ostacolo, inoltre questo
è l’anno della conquista della COPPA ITALIA dove in finale la
squadra bianconera batte i gialloblu
mazaresi del Mazara
appunto grazie alla quale l’Alcamo
continua il suo cammino a livello nazionale ( la cui vincita
porta alla serie D) ma viene per l’ennesima volta bloccato ai
quarti nazionali dal Ladispoli
(squadra laziale) che gli infligge una pesante sconfitta, dopo
che lo stesso Alcamo aveva eliminato
la Silana (calabria)
agli ottavi. Ecco le immagini di gioia dopo la conquista della
coppa italia. La
stagione successiva (2003/04)
vengono riconfermati i calciatori più
importanti della squadra e arriva gente nuova del calibro di:
Totò Tedesco, Giuseppe Rinaudo,
Pippo Adelfio, Naccari e altri
giovani già molto affermati nel panorama siciliano: Cuneo, Perricone,
Iovino ecc. Allenatore Andrea Moceri
che portò il Campobello di Mazara
dalla terza categoria all’eccellenza in pochi anni e senza
fare grandi investimenti economici, l’allenatore viene però
esonerato dopo la partita persa nel decimo turno di campionato
al “Paolo Marino” di Castelvetrano
contro la Folgore (prima in quel punto di stagione), gli
subentra Aiello allenatore ben
preparato, che conosce bene le categorie e soprattutto vincente,
ed è proprio questa la parola che ci vorrebbe per questo
nuovo Alcamo… la “corazzata”
del campionato…
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