JESINA |
di Michele Grilli |
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I STORIA DELLA SOCIETÀ
LE ORIGINI
L’ “Unione Sportiva Jesina” nasce il 15 marzo 1927. L’esordio ufficiale è datato 1 maggio 1927: U.S. Jesina-Sport Club Loreto 2-2. Il 18 dicembre 1930 nasce invece la nuova “Società Sportiva Jesi”, sorta sulle rovine della gloriosa unione Sportiva Jesina. Nella stagione 1932-33, la squadra viene promossa in Prima Divisione (attuale Serie C). Il calcio Jesino si
fa conoscere e rispettare su palcoscenici importanti, quali
Taranto, Pescara, Venezia, Vicenza, Udine, Padova, Rimini, Trento,
Treviso e Mantova. Meno di tre mesi dopo, l’Italia è in guerra.
IL DOPOGUERRA
Nel novembre del 1945, terminate le ostilità belliche, la Jesina affronta il primo campionato del dopoguerra che le regalerà un immediato ritorno in serie C. Dopo anni di altalena tra Serie C e Promozione, nella stagione 1959-60 la Federcalcio trova l’assetto definitivo per la IV Serie, facendo nascere la Serie D, includendovi la Jesina. Inizia così un ciclo
di 11 anni di Serie D che culminerà con il ritorno in C, dove la
Jesina rimarrà per 4 anni, prima del ritorno in D, costellato da
varie crisi societarie.
I GIORNI NOSTRI
II rilancio del calcio jesino avverrà solo grazie all'ingresso di nuovi personaggi, in primis Leopoldo Latini, che regaleranno alla città dei successi indimenticabili. Il ritorno in Serie C (Serie C2) è datato 7 giugno 1981. Memorabile è lo spareggio con il Riccione sul neutro di Arezzo risolto da Ballarini, di fronte a circa 5.000 Jesini, giunti in Toscana con ogni mezzo. Dopo un anno di transizione, la squadra conquista un ottimo terzo posto nella stagione successiva, ad un passo da Francavilla e Civitanovese, a conferma di una programmazione seria e lungimirante della Società. Finalmente, nella stagione 1983-84 arriva una storica promozione in Serie C/1. nella decisiva trasferta di Cattolica, con una vittoria per 2-1 (reti di Buffone e Mancini), la Jesina conquista per la prima volta la Serie C/1. Circa 6.000 tifosi jesini fanno da cornice a questo speciale evento. Nel campionato di C/1 1984-85, la Jesina viene inserita nel Girone A, di altissimo livello con squadre blasonate come Brescia, Vicenza, Piacenza, Reggiana, Livorno, Modena, Spal, e Pistoiese. Da non dimenticare
poi l’attesissimo derby con i cugini dell'Ancona. Dall'anno successivo verrà introdotto lo spareggio. La retrocessione in C2 segnerà la fine di un ciclo, aprendo una crisi societaria che da lì a poco farà perdere il suo protagonista più importante: Leopoldo Latini. La stagione 1985-86, che deve segnare un pronto ritorno in C/1, vedrà un deludente quarto posto, addolcito dalla Finale di Coppa Italia di Serie C. La Finale si gioca al meglio delle due partite contro la Virescit Boccalone di Bergamo. 1-1 a Jesi e 3-2 dopo i tempi supplementari allo Stadio “Atleti Azzurri d’Italia”, dove ha scritto la sua storia l’Atalanta. Seguono anni di transizione fino alla stagione 1987-88, segnata da un’amara retrocessione, evitata in extremis solo da un miracoloso ripescaggio della Federazione. La retrocessione definitiva è rimandata solo di alcuni anni. Infatti il 20 giugno 1991, al termine di una stagione disastrosa, la Jesina esce sconfitta dallo spareggio salvezza di Chieti contro l’Altamura, perso per 5-4 ai rigori dopo l’1-1 dei tempi regolamentari. Decisivo dal dischetto l’errore di Germano. L'anno successivo la
Società, perduti i termini di iscrizione, si trova a dover ripartire
dall'Eccellenza. I campionati successivi sono pressoché anonimi, ad eccezione della splendida quanto inattesa stagione 1996-97, con un terzo posto del tutto insperato alla vigilia. La squadra infatti, guidata dallo jesino Ferretti e con trascinatori del calibro di Juvalò, Brasile e Pandolfi,lotterà per la promozione in C/2 fino alle ultime giornate.
IL 2000
Agli inizi del 2000 si susseguono alla presidenza il belvederese Chiucchiù e Castellucci. Quest’ultimo, si trova a dover gestire una situazione economica disastrosa; nonostante questo nella stagione 2000-2001 la squadra si salva sul campo, ma per un illecito commesso dal Forlì nei confronti del Tolentino, la Jesina si ritrova retrocessa a tavolino, nell’indifferenza totale. Si riparte così ancora una volta dall’Eccellenza e, dopo il precipitare della situazione societaria, si arriva sino ai giorni nostri con la cessione della Società dal Presidente Castellucci alla famiglia Bocchini.
ALBO D’ORO
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